Vai al contenuto
Home » Il benessere organizzativo nelle aziende

Il benessere organizzativo nelle aziende

Il benessere organizzativo

Il benessere organizzativo nelle aziende e nelle pubbliche amministrazioni negli ultimi decenni il mondo del lavoro ha subito delle profonde e significative trasformazioni come ad esempio il nascere delle diverse tipologie contrattuali, l’avvento delle tecnologie e delle applicazioni informatiche, i cambiamenti nella forza lavoro stessa. Ciò che ne deriva è un mondo del lavoro nuovo, in continuo mutamento ma sempre centrato e guidato dalla logica del profitto e purtroppo meno attento ai cambiamenti e alle ripercussioni che essi producono sui lavoratori.

Tale mutamento concerne anche le dimensioni spaziali e temporali del lavoro stesso: assistiamo al passaggio da un lavoro per tutta la vita, in un’unica azienda, un unico orario, in un unico luogo, alla moltiplicazione e alla sfaccettatura di molteplici luoghi e orari di lavoro. Il lavoratore assume così il ruolo di una figura scarsamente definita, soggetto passivo di numerose rimodulazioni e riformulazioni di ruolo, identificato con una crescente forma di  nomadismo occupazionale.

Il benessere organizzativo nel lockdown

Non da ultimo, il recente lockdown che ha costretto numerose aziende e pubbliche amministrazione, a livello mondiale, a rivedere la gestione totale dei processi lavorativi e organizzare il lavoro da remoto.
Inoltre, in alcune organizzazioni la persona è subordinata alle esigenze produttive, il lavoratore non è messo nelle condizioni di poter al meglio sviluppare ed esercitare la propria creatività ed autonomia lavorativa.

Tuttavia, nel corso degli ultimi anni, diversi settori disciplinari hanno iniziato ad assegnare grande importanza alla vita lavorativa e al benessere organizzativo nell’ambiente di lavoro. Viene sempre più avvertita, sia a livello nazionale che europeo, la necessità di procedere ad una riorganizzazione del lavoro di modo che questo sia funzionale al conseguimento non solo dell’utile economico e
della produttività ma altresì del benessere delle organizzazioni lavorative e del benessere positivo dei lavoratori nei contesti relazionali ed organizzativi.

miglioramento della sicurezza


Alla luce di tali considerazioni si sono attivati i governanti degli Stati al fine di sancire una normativa di riferimento che definisse la promozione e l’attuazione di misure volte alla promozione del miglioramento della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro.
A livello europeo la direttiva definita ”madre” è la n.89/391/CE con la quale si promuove l’adeguamento della normativa di tutela della salute e sicurezza sul lavoro alle trasformazioni del mondo del lavoro, prevedendo inoltre l’obbligo per il datore di lavoro di “assicurare la sicurezza e la salute dei lavoratori in tutti gli aspetti legati al lavoro” e di “adattare il lavoro all’uomo”.


A livello nazionale la nostra Costituzione, nell’art. 35 comma 1,”….tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni” ribadendo altresì nell’art. 2028 del Codice civile che “l’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, …sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”.

Nel corso degli ultimi anni l’aspetto del benessere organizzativo si è posto come possibile soluzione alle criticità emerse nel rapporto tra istituzione e cittadini. Infatti le Pubbliche Amministrazione hanno posto in essere tutte quelle azioni legate al benessere organizzativo con l’obiettivo non solo di aumentare la motivazione e la creatività dei dipendenti, ma anche di migliorare la comunicazione
con i cittadini.

collegamento con la cittadinanza

Alla luce di tutto ciò ben si inserisce il discorso scientifico legato alla psicologia di comunità. In maniera particolare, soprattutto negli Enti Locali, c’è una crescente ricerca di strumenti in grado di riattivare un dialogo e un collegamento con la cittadinanza, di dare nuova linfa a processi partecipativi dando maggior potere decisionale e propositivo ai nuclei di base attraverso, ad esempio, la democrazia e il bilancio partecipato.

E voi? come vivete il vostro mondo lavorativo? Avete scadenze che non vi fanno dormire la notte? Colleghi o superiori che non hanno un atteggiamento propositivo nei vostri confronti?

Dott.ssa Laura Suozzo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *